giovedì 19 febbraio 2009

sto a tornà

Mi sono ricordato dell'esistenza di questo blog. Sto per tornare. Sapevatelo. Anche se, come molti sapranno, la mia esperienza lavorativa umbra è terminata quasi immediatamente. Poi nelle lande gigliate, alla fine dell'estate, hanno iniziato a sbocciare le novità. E ora sono ancora qui. E qui rimango. L'alba è spuntata da poco, e la giornata sarà lunga e intensa. Mi ha stordito ma mi ha anche riacceso. E Trabant è tornato. Era ora. A presto.

sabato 20 settembre 2008

rantoli di ubiquità

Come fa il nostro Trabant ad essere in Umbria e a scriverne stando a Firenze e viceversa? sarà un passo ulteriore e rilevante verso la strada della schizofrenia. Per ora resto qui. Cerco lavoro qui, ma anche lì. Senza per ora alcun esito apprezzabile. La seconda convocazione è andata come una sveltina poco apprezzabile ed apprezzata. Ben cinque minuti per capire che ci vuole ancora tempo, molto tempo, prima che il Prof.Trabant possa effettivamente materializzarsi, in carne ed ossa, dalle parti delle lande umbre. E tocca vedere cosa fare nel frattempo. Da apprezzare nel secondo scampolo umbro il fatto di avere rivisto S. e di constatare come si vada creando un'armonia a tratti sorprendente, ma mai del tutto. E di aver ripreso il mitico Minimetrò. Tornato a Firenze, le sorprese si sono addensate sulla mia esistenza. Eventi inattesi, estremamente piacevoli ma anche estremamente labili, hanno riaccolto trabant. Che finalmente può dire di aver superato anche gli ultimi rantoli degli eventi recenti. Ed ora è pronto più che mai a andare ovunque, anche a Perugia. Riconnesso e con i brandelli di sé tornati al loro posto, dove dovevano essere. E ora fatemi gli auguri, cazzo. Amen.

giovedì 28 agosto 2008

la fiera dei disperati


Arrivo a Perugia la sera del 26, verso le nove di sera, ricolmo di un senso di novità e di perplessità, una grottesca commistione di noto e ignoto, di familiarità con qualcosa di estraneo e di potenzialmente ostile. E devo anche entrare nella ztl per raggiungere l'albergo, che guarda caso (sempre lui, il legislatore infallibile Murphy) sta praticamente accanto o quasi a casa di S. Il mio esordio assoluto verbale con un indigeno del luogo mi introduce nella simpatia grifata. Chiedo dove andare con la macchina per parcheggiare. Risposta tipo "l mi cocco se riesci a gi co la machina su le scale de la chiesa, seno hai da gira a sinistra, capitcome?". E vabbe. Giriamo a sinistra. Arrivo nella piazza del centro dove ho un altro alterco con la polizia umbra. Insomma, via, alla fine dopo una mezzoretta di tiritere varie riesco a mette la macchina in questa cazzo di Via Marzia e a andare all'albergo. Siccome mi piace molto tutto ciò che può apparire improabile, accetto l'invito a cena di S. e M., per una tagliata che poi avrei digerito con difficoltà. Ma non è metaforico, parlo proprio di lavorio stomacoso. Con una breve puntatina anche a Le Chic, per iniziare a prendere confidenza con i luoghi degni di nota della mia nuova città futura. Ma anche lì, come già anni addietro a Lourdes, ho trovato chiuso. Poi passeggiata sigaretta e a nanna. Inizia il mio contatto primario e primordiale con il mondo degli insegnanti umbri. Sveglia doccia lentine e via. Accetto anche di farmi accompagnare da S., quindi ci incontriamo, caffe al volo al bar e via. Decido di prendere per la prima volta la mirabolante novità, ancora assente quando venivo con frequenza da queste parti, il minimetrò, che mi piace un casino, per arrivare nelle parti basse della città, dove il raduno dei disperati compendia i loro rispettivi viaggi della speranza. Il luogo in cui la fiera ha luogo è un improbabilissimo ITC tra lo stadio e le campagne. Il mio primo appuntamento con l'universo paralavorativo umbro è fissato per le 9. Entriamo in una specie di aula provvista di sedie e di varia umanità. La procedura richiama con estrema chiarezza il metodo "vieni prendi e fuori dai coglioni" già sperimentato con successo nella Forneria Coop. Uno alla volta partendo dal primo nome, l'appello elimina volta volta un numero e il nome e la faccia che lo caratterizzano. Alcuni degli astanti sono anche forniti di elenchi e matite e giocano a battaglia campale cancellando volta volta e ipotizzando nozioni postume sulla loro sorte. Via via vanno via tutti i posti. Molte persone nemmeno accettano. Altri ne gioiscono, in una fiera che si fa sempre più tesa. Odo bestemmie abortite in perugino serrato (Dio Bonolis). Già la sera prima al ristorante avevo molta difficoltà a non ridere di fronte a un nugolo di perugini peruginamente urlanti. C'è chi pomicia. Chi dorme. Chi legge il Sole 24 ore o l'accattivante articolo sulla Rivoluzione del Grifo. C'è anche chi parla di stronzate e ride come me e S., aspettando di sapere con che margine di speranza terminerà il mio viaggio da aspirante insegnante cionco. L'esito dice che i primi quaranta della lista sono stati felicemente occupati. Per gli altri, se ne riparla. Io ero il 57simo. Dovrò ritentare all'inizio di settembre. Intanto il primo assaggino umbro è andato. Ritenta trabant sarai più fortunato (è dall'inizio del 2008 che me lo dico, ma per ora sto solo a ritenta. Ritentamm pure sta vota). Riprendiamo il minimetrò. Incontriamo M. di nuovo, cosi lo saluto (è stato curioso conoscerlo, ma mi sembra un brav'uomo. E va bene.). Poi inforco la TrabantMobil e varco bettolle e autostrade per tornare ad assaggiare qualche scampolo della città gigliata. Ritenterò, allora. Non faccio altro, ultimamente. Amen.

lunedì 25 agosto 2008

gimo!

Questo blog nasce dall'impellente ed irrefrenabile esigenza di lasciare una testimonianza imperitura di tutto ciò che il nostro supereroe dei puzzoni, prof. Trabant, crederà degno di essere raccontato ai disadattati che meglio non avranno da fare che leggere le idiozie che verranno pubblicate, da oggi in poi, in questo angusto angolo virtuale ma poco virtuoso. Domani parto per Perugia, dove tra poco tempo mi toccherà di andare a vivere. Fino a qualche tempo fa, le prospettive che erano dietro questo trasbordo di chiappe e ammennicoli erano quelle di raggiungere quella che era la mia donna per viverle vicino. Ma le cose cambiano. Sempre. E sono cambiate anche a me. Parto da solo, per una città che conosco poco, per fare un lavoro che conosco ancora meno. E proprio perchè le cose cambiano vanno annotate. E a questo serve questo improbabile spazio. Ad annotarle. Intanto la macchina è pronta, la valigia anche. Io un po meno. Ma ormai è arrivato il momento di dirigermi verso i lidi umbri. E allora gimo. E incrociamo le dita. Amen.